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BRIGATA MIRACOLI
 

drammaturgia e regia  Joele Anastasi

con  Joele Anastasi  Federica Carruba Toscano   Adelaide di Bitonto  

Enrico Sortino.  Beatrice Vento


set designer  Giulio Villaggio
aiuto-Regia e video  Giuseppe Cardaci  
light designer  Joele AnastasiMartin Emanuel Palma
costumi  
Joele Anastasi,

sound designer  Alessio Foglia
scenotecnica  Alovisi Attrezzeria
resp. tecnico  
Martin Emanuel Palma
maschere dell'artista  Sergio Fiorentino

produzione  Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
uno spettacolo di  Vuccirìa Teatro

 

Strade. Quartieri. Palazzi. Giorni nostri. La Luna, imponente emittente televisiva, illumina da 20 anni il quartiere, utilizzando e diffondendo giorno e notte nell’etere le piccole vite degli abitanti per il suo ricco palinsesto. Una notte improvvisamente si spegne e questo evento coincide con l’apparente sparizione di Afrodite, il volto della Luna. Nel quartiere però, nessuno al di fuori della sua famiglia conosce questa segreta connessione. Il padre vede in questa coincidenza, un’occasione di facile popolarità: come un santone che anticipa il futuro, lui può “predire” quando la nuova Luna si riattiverà. Così Il riflesso di Afrodite continua a muovere le cinque vite della sua “brigata”.

La genesi di BRIGATA MIRACOLI parte prendendo in analisi la figura di Afrodite che - nel suo incontro con l’umano Anchise - diede alla luce Enea, dando inizio così alla stirpe degli eroi. Nel nostro BRIGATA MIRACOLI ad Enea è stato assegnato il sesso femminile, innescando un corto circuito all’interno della tribù-Olimpo dal quale proviene. Al femminile è quindi riconsegnata tutta la potenza eroica e divina; ma ci siamo subito chiesti quali potessero essere invece le divinità del nostro tempo: quale montagna scaliamo ogni giorno per raggiungere l’altare dal quale pregare?

Le nostre divinità oggi sono tutte espressioni del consumismo e della capitalizzazione delle emozioni.


Il punto di svolta durante il lavoro è però arrivato imbattendoci negli studi di una neuropsichiatra,  Suzanne O Sullivan che in The Sleeping Beauties raccoglie le testimonianze e delinea i contorni di una sindrome tutta moderna, la sindrome della rassegnazione. La neuropsichiatra si è infatti recata in Svezia studiando un fenomeno tutto nuovo e senza precedenti scientifici: i soggetti colpiti restano intrappolati in un lungo sonno - per settimane, mesi e in alcuni casi anni - senza manifestare complicazioni particolari e non essendoci cure possibili rimangono affidati alle famiglie che li  ‘custodiscono’ in attesa di un risveglio. 

Ma il vero punto cruciale negli studi della neuropsichiatra si manifesta nelle conclusioni a cui arriva. Non si può semplicemente parlare di malattie legate all’individuo ma manifestazioni di una malattia della società. La Sindrome della rassegnazione si manifesta dove c’è un’insufficienza istituzionale, un senso di irreversibilità; un vuoto ed una frammentazione incolmabile. Da questa prospettiva gli individui sono costretti a a “schermarsi” addormentandosi, per potersi salvare. L’unica forma di guarigione dalla Sindrome della Rassegnazione è quindi riconducibile al ripristino della speranza.

BRIGATA MIRACO
LI è l’Olimpo che ha smarrito le sue divinità. Un vero avamposto di resistenza e contraddizioni: un quartiere popolare che fa del suo essere tribù la sua salvazione. Ma il fuoco attorno al quale si raccoglie questa tribù è lo specchio della Luna, un canale televisivo.
Afrodite è persa; la Luna subisce uno spegnimento: così d’improvviso l’intera comunità si percepisce come espulsa dal paradiso e l’unico obiettivo sarà quello di ritornarci.

ENEA nella nostra storia è FEMMINA ed è la chiave: indotta a dover seguire le orme della madre per ripristinare una “Nuova Luna”, avvierà una sua personale rivoluzione eroica, superando il meccanismo (della modernità) che la incastra ed usandolo a vantaggio.

Su vari piani, la nostra è una riflessione sui medium più che sui contenuti e sulla loro sovrabbondanza. I medium come forma identitaria. Da sempre il Teatro è uno dei più potenti e trascurati.  BRIGATA MIRACOLI è quindi anche un cortocircuito tra analogico e digitale; tra un’umanità che non si fa corrompere ed una già interamente digitalizzata.


Joele Anastasi

 

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