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NEL NOME DI QUESTO NOSTRO SACRO CORPO

workshop + performance

 

di  Joele Anastasi
con  Renato Vinciguerra (contr'alto), Enrico Sortino.

musiche di   Cavalli, Giacomelli, Hendel, Ezio Bosso

e con gli artisti partecipanti al workshop   
Francesco Bernava, Alice Ferlito, Elisa Gallucci, Nicolò Giacalone, Martina Giuliani, Rossella Guarneri, Victoria Mariani, Lelio Naccari, Federico Raffaelli, Mirko Russo, Sebastiano Sicurezza, Azzurra Sottosanti.


costumi  Giulio Villaggio  Joele Anastasi
disegno Luci  Segolene Le Contellec
foto  fotOpera
video  Francesco Di Mauro

aiuto-Regia  Enrico Sortino

organizzazione  Nicole Calligaris

produzione  Vuccirìa Teatro


 

"Giovanni, mon doux amour sicilien... Tutto intorno a questo posto non ci sono rose. Sto cercando tous les jour. Ma non le trovo. Potresti portarmene una? Pourrais-tu? Come quella che mi hai portato nel giorno in cui mi hai detto che volevi sposarmi... et rester toute la vie avec moi! Giovanni, anche se non posso darti la famiglia che volevi... vorresti ancora portarmi una rosa? Sto cominciando a pensare che volevi liberarti di me". 



                                                                            


CATANIA 29 settembre - 8 ottobre
performance: 8 ottobre ore 00.30 • Museo della Follia, Castello Ursino



VUCCIRìA TEATRO nell’ottobre 2016 ha avviato un primo step di lavoro sullo spettacolo nell’ambito della NOTTE DELLA FOLLIA organizzata dal MUSEO DELLA FOLLIA nella sua tappa siciliana ospitata presso il Castello Ursino di Catania. Il lavoro si è incentrato sulla costruzione di una performance site-specif che ha messo in relazione le pagine di Testo Tossico del filosofo transgender Paul B. Preciado con alcune opere presenti all’interno del museo. Da queste fonti (come il dipinto “Il Lucifero” di Agostino Arrivabene e alcuni documenti originali presenti nel museo) sono scaturiti dei materiali drammaturgici inediti che sono stati affidati ad un gruppo di attori formato, in occasione di un workshop tenuto dalla compagnia, attraverso una call pubblica e a cui hanno risposto artisti provenienti da varie regioni d’Italia e dalla Francia.

 

Il testo di Paul B. Preciado indaga sul corpo come terreno di auto-sperimentazione e come sistema di auto-progettazione della propria soggettività. Alcuni estratti da questo testo sono in questo spettacolo ripresi ed utilizzati come fondamento scientifico per il procedere della narrazione scenica dell’opera e messi in relazione con la poesia di quei corpi “agiti”, oggetti di soprusi e sperimentazioni come quelli avvenuti in molti istituti di igiene mentale (ai danni spesso anche di disabili, prostitute, “invertiti”, omosessuali). A partire dall’applicazione delle teorie eugenetiche che hanno dominato la prima metà del ‘900 e passando per quella “rivoluzione” ormonale introdotta come fondamento del sistema eterosessuale occidentale moderno della seconda metà del secolo, ci si accorge di come la costruzione dell’identità dell’individuo sia stata oggetto fondamentale di controllo da parte dello Stato. La conseguenza più o meno cosciente è stata, in piena espansione del sistema neo-liberale, l’applicazione delle sue teorie persino all’interno della più elementare e solo apparentemente inviolabile forma di proprietà privata: il corpo dell’individuo. 

 

 

“Le possibilità. Questa è stata la parola che ha guidato, nelle sue varie fasi, il processo creativo di questa performance. Quando ci hanno chiesto di dare il nostro contributo artistico a "La notte della Follia", abbiamo pensato che avevamo davanti l’occasione di trasformare quell’evento in un segno importante per il nostro percorso. Ripartendo da Catania - la nostra città - e da uno luogo simbolo come quello del Castello Ursino, che attraverso il tempo ha mutato la sua funzione, abbiamo pensato che sarebbe stato meraviglioso rispettare la sacralità di quello spazio e preservare la funzione che un luogo pubblico dovrebbe rappresentare: fungere da aggregatore sociale, culturale. Abbiamo per questo indetto una 'call' per attori e attrici e formato un gruppo proveniente da varie parti tra Sicilia, Italia e Francia. Per la prima volta la nostra compagnia si confronta con un tipo di creazione corale ed arriva ad una nuova possibilità di evoluzione nel linguaggio. Noi, che come Vuccirìa Teatro, in questi anni abbiamo invece tanto insistito sulle solitudini e sulle anime fragili e sole. In soli dieci giorni quello che doveva essere solo uno studio, un confronto con dei temi molto delicati, si è trasformato in qualcosa di davvero speciale. Abbiamo cercato di dimostrare, a noi stessi anzitutto, che un corpo è un corpo e che ha il diritto di ritenersi sacro in ogni caso; ogni essere ha il diritto di avviare un unico e personale processo di costruzione della propria soggettività, convinti che questo processo non possa essere delegato a nessuno stato o istituzione, seppure se ne avverta l’influenza.  Noi non raccontiamo dei folli. Raccontiamo delle anime mosse da un’incontenibile vitalità. Solo così possiamo tentare di dare giustizia a tutti quei corpi che hanno subito soprusi, che si auto-infliggono punizioni per il semplice fatto di non trovare posto dentro una eterogenea collettività. Perché a volte il primo carnefice è dentro di noi. A volte mostro e vittima coesistono e allora si trema. Ma poi arriva un abbraccio e il corpo si scalda e si riappropria del suo diritto ad esistere. In ogni caso. In ogni forma."        

Joele Anastasi

 

 

 

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